Trasporti Europa - Medio Oriente MIDDLE EAST

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Trasporti Europa - Medio Oriente MIDDLE EAST

Il sistema dell'autotrasporto e' sempre stato condizionato in larga misura dal prezzo e dalla disponibilita' del carburante: negli anni '70 c'e' stata una vera rivoluzione epocale causata dal fatto che in quel periodo, al problema del carburante, si aggiunse una crisi petrolifera, innescata da guerre fra paesi del Medio Oriente, grandi produttori di petrolio, con forte aumento dei prezzi e, di conseguenza, con forte disponibilita' di denaro da parte di questi paesi del Medio Oriente.
Si trattava di paesi dal recente passato coloniale che erano stati sfruttati dai paesi colonizzatori e erano privi di infrastrutture industriali, quali porti attrezzati, fabbriche, autostrade, ospedali etc., tipiche di un paese moderno.


Ad aggravare la situazione c'era anche la distanza fra questi paesi e l'Europa industrializzata.
L'improvviso aumento ( e in misura notevole ) della quantita' di danaro disponibile da parte dei paesi medioorientali porto' ad una richiesta enorme di materie prime e prodotti industriali rifiniti per la costruzione delle infrastrutture.
 Naturalmente non si dovevano trasportare solo le merci: era necessario inviare squadre di tecnici per organizzare questi lavori complessi.


Il trasporto marittimo, fino dall'antichita', e' stato quello principale, dato che sulla terraferma occorreva un sistema stradale che era inesistente: cosi' inizio' un frenetico viaggiare con navi dai porti europei a quelli dei paesi arabi.
Il problema era all'arrivo: a causa del sovraffollamento c'era come un tappo nel sistema di trasporto. A meta' degli anni '70 una nave in arrivo in un porto arabo poteva trovarsi nella
 condizione di attendere anche 40 gg. per poter sbarcare il suo carico.


La situazione divenne in breve insostenibile e si penso' di organizzare un sistema di auto trasporto, usando i camion dell'epoca ( tipo il VOLVO F88 e il FIAT619): solo sulla fine degli anni '70 vennero utilizzati camions piu' moderni come l'IVECO 190.35 e il VOLVO F12.
Si noto' subito un aumento del traffico stradale su gomma: si comincio' a trasportare di tutto: materie prime come cemento, ferro, acciaio ( indispensabili per le costruzioni) ma anche trattori, macchine utensili etc.

Quale poteva essere l'itinerario?


Per aggirare il Mediterraneo l'unica possibilita' era di percorrere la Jugoslavia, la Bulgaria, la Turchia e la Siria dove cominciavano ad attraversare il deserto. 
Cominciarono all'inizio con gruppi di 6-7 camion in partenza dal nord Europa ( i primi furono trasportatori inglesi e norvegesi che portavano pezzi di ricambio per le navi arrivate laggiu').
Naturalmente anche altri paesi europei fiutarono l'affare, presto illusi dai facili guadagni: molti si misero su questa attivita' perche' la crisi industriale di quel periodo li spinse a diversificare la loro attività'.


Certo non erano viaggi di piacere: strade pericolose, lingue non conosciute con conseguente difficolta' a comunicare, abitudini diverse, climi difficili con la neve sui passi montani della Yugoslavia e della Turchia mentre il caldo torrido dell'Arabia si faceva sentire nella fase finale del viaggio.
La rotta balcanica era veramente pericolosa con autisti che, pur di guadagnare anche solo 15', correvano come pazzi su strade strette, con gravi rischi per se stessi e per gli altri.


E' indicativo il seguire le peripezie di un autista olandese, Hermann Ludwig , che parti' alla fine dell'estate da Rotterdam: quando giunse in Yugoslavia trovo' , strade pessime, traffico intenso e senza regole, mancanza di autofficine e di pezzi di ricambio lungo il percorso.


Grandi difficolta' ad affrontare i passi di montagna turchi e code infinite ai confini per i controlli doganali: una volta aveva davanti, in attesa, 70 camion!


Sul finire del viaggio, con la stanchezza che si faceva sentire e il caldo torrido, sparirono le strade: ecco la sabbia del deserto arabico!


E dopo tutto questo, un breve riposo e l'inizio del viaggio di ritorno con le consuete difficolta': bagagli affastellati sul tetto, insieme ai rifornimenti alimentari e... niente aria condizionata.


Sulla fine degli anni '70 le cose un po' migliorarono: comunque anche nei camion piu' moderni il condizionatore non garantiva un rendimento ottimale.


Anche gli italiani parteciparono a questi viaggi massacranti, con ditte dell'Italia settentrionale: fra queste la Maderna di Milano e la F.lli Micheli di Bergamo.


Con gli anni '80 ci fu un forte rallentamento di questo traffico per la fine del boom petrolifero.

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